“Monferrato. Il Piemonte più slow” – la Repubblica.it

“Asti, Casale, Acqui, e dintorni. Terre di vigneti belle come le Langhe ma meno battute dall’enoturismo e per questo ancor più rilassanti. Palazzi, castelli, campagna. Da scoprire.

Non solo Langhe. O meglio, Langhe ma non solo. Certamente uno dei paesaggi italiani più apprezzati a livello internazionale, sia per le sue dolci colline che per le prelibatezze enogastronomiche, le Langhe hanno fin qui oscurato il loro vicino “povero”, il Monferrato. Povero di turismo, sia chiaro, perché per il resto questo territorio che si estende dal Po fin quasi alla Liguria non ha davvero nulla da invidiare ai panorami ed ai paesi langaroli.

Anzi, l’essere rimasto al di fuori dei grandi circuiti turistici ha preservato, forse fin meglio di quel che è avvenuto per le Langhe, il territorio, e l’aria che si respira nei piccoli borghi arroccati sulle basse colline (la media d’altezza delle colline di questa zona non supera i 360 metri) è di un’autenticità forse unica. Ecco, autenticità è forse la caratteristica che connota più di ogni altra il Monferrato. Terra di buoni vini, ma distante anni luce dai barbareschi e baroli che hanno portato le Langhe alla ribalta nel mondo, il Monferrato è ancora terra di piole e di pievi. Piole dove poter gustare il fritto misto come quello di una volta  innaffiandolo con della buona barbera in caraffa come si conviene da queste parti, pievi conservate perfettamente da visitare in una solitudine pressoché totale.

Sarà forse l’assenza, o meglio, la scarsa presenza di turisti che rende il tutto meno cosmopolita, sarà il salame cotto contrapposto al tartufo bianco, la freisa al barolo, i dolci rilievi alle eleganti colline, sarà quel che sarà ma il Monferrato e le Langhe, pur essendo uno di fianco all’altro, pur avendo confini non ben delineati, sono davvero molto diversi. Mentre l’eleganza delle Langhe è rinomata in tutto il mondo il Monferrato, soprattutto nella sua parte più bassa, il Basso Monferrato appunto, si presenta più selvaggio, con fitti boschi alternati a vigneti e campi coltivati.

Le piccole chiese romaniche si stagliano solitarie sulle colline mentre la vita nei paesi scorre lenta, tra le architetture di Benedetto Alfieri e le tovaglie di carta delle piole. Nei bed&breakfast della zona, alcuni davvero deliziosi, l’accoglienza è calorosa, e in molti di questi a farla da padrone è il silenzio, interrotto solamente dal fruscio di qualche foglia. Ogni paese, seppur di piccole dimensioni, ha un suo motivo d’interesse: Cocconato d’Asti oltre ad essere patria della robiola d’Coconà ha una delle poche testimonianze del Monferrato di architettura gotica civile (il Palazzo Comunale); Albugnano, noto come il “balcone del Monferrato” per l’altezza del suo colle (“ben” 550 metri), è famoso per l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, una delle più importanti testimonianze di arte romanico-gotica in Piemonte risalente al 1095;  Montiglio e Castell’Alfero possono vantare poi due bellissimi castelli. E poi ancora Vignale, Moncalvo, Montemagno, Cerreto d’Asti, Piovà Massaia. Superate le acque del Tanaro è l’Alto Monferrato ad accogliere il turista con stupendi paesi come Gavi e Canelli, ricchi di storia e dall’offerta enogastronomica impareggiabile.

Anche le città più grandi come Asti, Casale Monferrato e Acqui Terme hanno molto da offrire ai visitatori, sia in ambito culturale che in tavola. Non molte, ma di sicura affidabilità, le agenzie che si occupano di organizzare itinerari in queste zone all’insegna del buon cibo, della cultura e, per chi lo volesse, anche del lusso, con soggiorni OAS_RICH(‘Bottom’); in alcune stupende dimore del territorio. Insomma, lontano dalla folla il Monferrato è tutto da scoprire, non per forza in alternativa alle Langhe, ma, perché no, insieme, così da poter notare le caratteristiche che contraddistinguono questi due territori, così vicini ma anche così diversi.”

Tomaso Clavarino – Repubblica

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